- Miroslav Bertoša, Istarska enciklopedija, 2005
- Objavljeno: 8.2.2009. / Posljednja promjena: 28.8.2023.
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De Franceschi, Camillo
De Franceschi, Camillo, storico (Parenzo, 3 agosto 1868 - Venezia, 25 ottobre 1953). Proviene dalla famiglia De Franceschi che, nel XVII sec. si era trasferita da Carnia a Moncalvo di Pisino. Ha frequentato il liceo classico a Pisino, poi l'Accademia del commercio e della nautica a Trieste.
Ha approffondito il suo patriotismo italiano giovanile prendendo attiva parte nella società "Giuseppe Garibaldi", nella quale si coltivavano le idee dell'iredentismo della prima fase antiaustriaca. È stato condannato con il gruppo d'iredentisti nel 1889, i quali avevano tentato di mettere un ordigno esplosivo sotto il monumento in edificazione, in occasione dell'anniversario della volontaria concessione di Trieste all'Austria, ed ha scontato la pena di due anni di reclusione nel penitenziario a Gradisca d'Isonzo. Nel 1893, con l'aiuto di fiancheggiatori potenti (tra i quali c'era anche G. Caprin), ha iniziato a lavorare nella Biblioteca civile, sotto la direzione di A. Hortis. In quell'ambiente poteva non solo continuare l'attività patriotico - politica, ma anche studiare le fonti storiche, i libri antichi e gli scritti, perfezionandosi in paleografia, diplomazia e altro, e ottenere in tal modo gli attributi di un eccelente storico e studioso della storia istriana. Da Hortis ha acquistato l'approccio erudito nelle ricerche storiografiche, però anche, il metodo critico - filologico, all'epoca, moderno, superando sensibilmente i due autori, pure autodidatti, di prime presentazioni integrali della storia istriana - il suo padre Carlo e Carlo Combi. Nell'epoca del governo italiano "lo spirito italiano" andava sensibilmente invigorendosi anche negli scritti con tematica storica. Nel 1929 è giunto a Pola è diventato il segretario della Biblioteca e archivio regionali, e nel 1935 il presidente della società → Società Istriana di Archelogia e Storia Patria, la quale è diventata sezione della Deputazione di storia patria delle Venezie. Nelle agitazioni durante la II guerra mondiale, sotto l'occupazione tedesca e l'arrivo dell'esercito iugoslavo (il quale, secondo la stampa degli esuli, ha derrubato e in parte distrutto la ricca biblioteca della famiglia e gli scritti antichi), ha abbandonato Pola per rifugiarsi a Rovigno, per poi (dal 1944) trovare riparo a Venezia. È stato sepolto nel cimitero dell'isola di San Michele.
La sua prima opera di rilievo è I castelli della Val d'Arsa (AMSI, 1898 - 99, 14 - 15), una sostanziosa rappresentazione delle fortificazioni nella valle di Arsa, con numerosissimi fatti storici e nuovi dati, nella quale si percepisce un'approccio sentimentale verso l'ambiente natio. Questo territorio è nel centro dell'interesse e della sua sintesi Storia documentata della Contea di Pisino (Venezia 1963), che preparava fino agli ultimi giorni di vita. Ha svolto le ricerche sul drammatico episodio medievale della storia comunale di Pola legata alla famiglia del tiranno della città Castropola (Il Comune polese e la Signoria dei Castropola, AMSI, 1902 - 1905, 18 - 20). L'opera sugli abitanti di Pola dal XV sec. La popolazione di Pola nel secolo XV e nei seguenti (Archeografo Triestino, 1907, 3), ricca di dati onomastici - antroponimici e toponomastici. Ha pubblicato (con il commento) Lo statuto di Albona (Archeografo triestino, 1908, 4), il Chartularium piranese (AMSI, 1924 - 1935, 36-47 e 1938, 50). Tra la I e la II guerra mondiale ha pubblicato diversi contributi soprattutto sulla rivista AMSI: sull'antica abbazia Santa Maria Formosa o Canneto (1927, 39), sui testamenti polesani del XV secolo (1930, 42), sulla toponimia dell'antico agro polesano (1939 - 1940, 51 - 52) e altri; sono particolarmente importanti i contributi sulla storia dell'Istria centrale sotto il dominio austriaco, che qui vengono considerati come lavori preparativi per la presentazione integrale della regione di Pisino, territorio natio del ramo istriano dei De Franceschi: il podestà istriano Meinhard e l'origine della signoria di Pisino (1926, 38), la discussione sulla poesia e sulla storia dell'alta parte della valle di Arsa (1929, 41), la storia e dati genealogici sui signori feudali di Chersano (1936, 48). A Venezia era l'iniziatore e collaboratore (1946) della raccolta La Venezia Giulia - terra d'Italia, scritta in maniera monocorde ed esclusiva, con l'intenzione di influire sulla decisione della Commissione dell'Alleanza sull'appartenenza dell'Istria. A quel periodo appartiene anche la sua opera Attività dei comitati politici di Trieste e dell'Istria dal 1859 al 1866 (AMSI, 1949, 1). Gli avvenimenti di guerra e i drammatici cambiamenti politici nel XX sec. hanno spezzato le sue illusioni politiche. Però, fino alla fine è rimasto legato alla storiografia e ha dato una indiscutibile portata allo studio della storia istriana, soprattutto con la sintesi della storia della Signoria di Pisino, che il suo figlio Carlo ha curato per la pubblicazione postuma.
BIBLIOGRAFIA: Scritti in onore di Camillo De Franceschi, Annali triestini, Trst, niz. 4, suplement, 1951, 21; M. Szombathelly, Camillo De Franceschi, Archeografo Triestino, 1952–54, knj. 18–19, sv. 2; G. Rossi Sabatini, In memoria di Camillo De Franceschi, Pagine istriane, 1953, 16; G. Quarantotti, A commemorazione di Camillo De Franceschi, AMSI, 1954, 3; A. Gentile, Bibliografia degli scritti di Camillo De Franceschi, ibid.; S. Tavano, Camillo De Franceschi, Storia documentata di Pisino (a cura del figlio Carlo), Memorie storiche forogiuliesi, Udine 1965, 46.
M. Bertoša
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