Risorgimento

Risorgimento, movimento politico, culturale, idealistico - romantico e rivoluzionario per la liberazione e l'unità d'Italia nel XIX sec., il quale, grazie all'aiuto diplomatico prodigato dal Regno di Sardegna (Piemonte) e dalla dinastia sabauda contribuì alla creazione del Regno d'Italia nel 1861. Ispirato dall'entusiasmo nazionale che si espandeva in Europa nel XIX sec., indirizzato alla creazione degli Stati nazionali indipendenti.

Si battè contro la dominazione e l'egemonia straniera e aspirava al risorgimento spirituale della società (sulla base degli scritti di Vincenzo Cuoco, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo, Vincenzo Gioberti, Giuseppe Mazzini e il capodistriano Gian Rinaldo Carli). Sul modello politico, però, ci furono i primi disaccordi (federale o confederale, monarchico o repubblicano), che scoppiarono nei moti del 1848-49. Nella maggior parte dei centri principali della penisola italiana si manifestava pubblicamente contro i governi locali e stranieri. I regnanti italiani approvarono gli statuti e, incoraggiati dall'entusiasmo nazionale, decisero di entrare in guerra contro l'Austria. Nonostante questo, il re di Napoli Ferdinando II di Borbona, Papa Pio IX e una serie di governanti minori ritirarono le proprie truppe, e il Piemonte sconfisse l'esercito austriaco del maresciallo Radetzky. Nell'anno 1849 il crollo delle rivoluzioni delle repubbliche di Roma e Venezia ha segnato la fine della fase rivoluzionaria del Risorgimento. La fase diplomatica, invece, continuò con l'impegno di Camillo Benso conte di Cavour, primo ministro del Regno di Sardegna dal 1852. Il Piemonte, l'unico Stato italiano che conservò la costituzione e il parlamento, divenne il punto di riferimento di molti patrioti convinti della necessità alla partecipazione nazionale. Cavour, in cerca di un sostegno per l'unità (e la stabilità) dell'Italia, beneficiò della paura di nuovi movimenti rivoluzionari dell'élite italiana moderata e della diplomazia europea. Nell'anno 1859, dopo essersi assicurato l'aiuto militare francese, entrò in guerra con l'Austria. La sconfisse e la costrinse a cedere i territori della Lombardia. Dopodiché, grazie all'intervento dei democratici ci fu un plebiscito per l'unità negli Stati dell'Italia centrale, e la campagna militare di Giuseppe Garibaldi contro i Borboni nel Regno delle Due Sicilie portò alla proclamazione del Regno d'Italia sotto la dinastia sabauda. L'Italia si alleò, nel 1866, con la Prussia e, nonostante la sconfitta contro l'Austria, ricevette il Veneto e, nel 1870, ottenne anche Roma che ne diventò la capitale. Per molti italiani, però, il R. non era ancora finito. Alcuni ritenevano che un vero risorgimento del popolo italiano ancora non era avvenuto, gli altri che alla patria non erano stati "restituiti" tutti i territori dell'Impero austro-ungarico popolati da italiani (irredentismo).

BIBLIOGRAFIA: L. Salvatorelli, Pensiero e azione del Risorgimento, Torino 1963; G. Candeloro, Storia dell’Italia moderna, I–IV, Milano 1966; S. J. Woolf, The Italian Risorgimento, New York 1969; A. Scirocco, L’Italia del Risorgimento, Bologna 1993.

V. D’Alessio

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Literatura

L. Salvatorelli, Pensiero e azione del Risorgimento, Torino 1963; G. Candeloro, Storia dell’Italia moderna, I–IV, Milano 1966; S. J. Woolf, The Italian Risorgimento, New York 1969; A. Scirocco, L’Italia del Risorgimento, Bologna 1993.

Slučajna natuknica

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